www.maranatha.it/mobile |
LA SACRA BIBBIA Edizione CEI |
Tobia 3 |
[1] Con l'animo affranto dal dolore,
sospirai e piansi. Poi presi a dire questa preghiera di lamento:
[2] "Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni
tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.
[3] Ora, Signore, ricordati di me e guardami. Non punirmi per i miei
peccati e per gli errori miei e dei miei padri.
[4] Violando i tuoi comandi, abbiamo peccato davanti a te. Tu hai lasciato
che ci spogliassero dei beni; ci hai abbandonati alla prigionia, alla
morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti,
tra le quali ci hai dispersi.
[5] Ora, nel trattarmi secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono
tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi decreti,
camminando davanti a te nella verità.
[6] Agisci pure ora come meglio ti piace; dà ordine che venga presa la
mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché
per me è preferibile la morte alla vita. I rimproveri che mi tocca
sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia tolto da
questa prova; fà che io parta verso l'eterno soggiorno; Signore, non
distogliere da me il volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi
davanti questa grande angoscia e così non sentirmi più insultare!".
[7] Nello stesso giorno capitò a Sara figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana,
nella Media, di sentire insulti da parte di una serva di suo padre.
[8] Bisogna sapere che essa era stata data in moglie a sette uomini e che
Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero
unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva:
"Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a
sette mariti e neppure di uno hai potuto godere.
[9] Perché vuoi battere noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con
loro e che da te non abbiamo mai a vedere né figlio né figlia".
[10] In quel giorno dunque essa soffrì molto, pianse e salì nella stanza
del padre con l'intenzione di impiccarsi. Ma tornando a riflettere
pensava: "Che non abbiano ad insultare mio padre e non gli dicano: La
sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue
sventure. Così farei precipitare la vecchiaia di mio padre con angoscia
negli inferi. Farò meglio a non impiccarmi e a supplicare il Signore che
mi sia concesso di morire, in modo da non sentire più insulti nella mia
vita".
[11] In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò:
"Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei
secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.
[12] Ora a te alzo la faccia e gli occhi.
[13] Dì che io sia tolta dalla terra, perché non abbia a sentire più
insulti.
[14] Tu sai, Signore, che sono pura da ogni disonestà con uomo
[15] e che non ho disonorato il mio nome, né quello di mio padre nella
terra dell'esilio. Io sono l'unica figlia di mio padre. Egli non ha altri
figli che possano ereditare, né un fratello vicino, né un parente, per
il quale io possa serbarmi come sposa. già sette mariti ho perduto: perché
dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guardami con
benevolenza: che io non senta più insulti".
[16] In quel medesimo momento la preghiera di tutti e due fu accolta
davanti alla gloria di Dio
[17] e fu mandato Raffaele a guarire i due: a togliere le macchie bianche
dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio; a dare
Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e a liberarla
dal cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia di
sposarla, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi
rientrava dal cortile in casa e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo
dalla camera.