LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74 |
2 Samuele 12 |
[1] Il Signore mandò il profeta Natan a Davide e
Natan andò da lui e gli disse: "Vi erano due uomini nella stessa
città, uno ricco e l'altro povero.
[2] Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero;
[3] ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che
egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con
i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul
suo seno; era per lui come una figlia.
[4] Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando
di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al
viaggiatore che era capitato da lui portò via la pecora di quell'uomo
povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui".
[5] Allora l'ira di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan:
"Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte.
[6] Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal
cosa e non aver avuto pietà".
[7] Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quell'uomo! Così dice il
Signore, Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle
mani di Saul,
[8] ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le
donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se
questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro.
[9] Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che
è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Hittita, hai preso
in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti.
[10] Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu
mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Hittita.
[11] Così dice il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la
sventura dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi
per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro alla luce di
questo sole;
[12] poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto
Israele e alla luce del sole".
[13] Allora Davide disse a Natan: "Ho peccato contro il
Signore!". Natan rispose a Davide: "Il Signore ha perdonato il
tuo peccato; tu non morirai.
[14] Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore
(l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà
morire". Natan tornò a casa.
[15] Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva
partorito a Davide ed esso si ammalò gravemente.
[16] Davide allora fece suppliche a Dio per il bambino e digiunò e
rientrando passava la notte coricato per terra.
[17] Gli anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si
alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.
[18] Ora, il settimo giorno il bambino morì e i ministri di Davide
temevano di fargli sapere che il bambino era morto, perché dicevano:
"Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiamo parlato e
non ha ascoltato le nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino
è morto? Farà qualche atto insano!".
[19] Ma Davide si accorse che i suoi ministri bisbigliavano fra di loro,
comprese che il bambino era morto e disse ai suoi ministri: "È morto
il bambino?". Quelli risposero: "È morto".
[20] Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e cambiò le
vesti; poi andò nella casa del Signore e vi si prostrò. Rientrato in
casa, chiese che gli portassero il cibo e mangiò.
[21] I suoi ministri gli dissero: "Che fai? Per il bambino ancora
vivo hai digiunato e pianto e, ora che è morto, ti alzi e mangi!".
[22] Egli rispose: "Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e
piangevo, perché dicevo: Chi sa? Il Signore avrà forse pietà di me e il
bambino resterà vivo.
[23] Ma ora che egli è morto, perché digiunare? Posso io farlo
ritornare? Io andrò da lui, ma lui non ritornerà da me!".
[24] Poi Davide consolò Betsabea sua moglie, entrò da lei e le si unì:
essa partorì un figlio, che egli chiamò Salomone.
[25] Il Signore amò Salomone e mandò il profeta Natan, che lo chiamò
Iedidià per ordine del Signore.
[26] Intanto Ioab assalì Rabbà degli Ammoniti, si impadronì della città
delle acque
[27] e inviò messaggeri a Davide per dirgli: "Ho assalito Rabbà e
mi sono già impadronito della città delle acque.
[28] Ora raduna il resto del popolo, accàmpati contro la città e
prendila, altrimenti se la prendo io, porterebbe il mio nome".
[29] Davide radunò tutto il popolo, si mosse verso Rabbà, l'assalì e la
prese.
[30] Tolse dalla testa di Milcom la corona, che pesava un talento d'oro e
conteneva una pietra preziosa; essa fu posta sulla testa di Davide. Asportò
dalla città un bottino molto grande.
[31] Fece uscire gli abitanti che erano nella città e li impiegò nei
lavori delle seghe, dei picconi di ferro e delle scuri di ferro e li fece
lavorare alle fornaci da mattoni; così fece a tutte le città degli
Ammoniti. Poi Davide tornò a Gerusalemme con tutta la sua truppa.