LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74 |
Genesi 31 |
[1] Ma Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano:
"Giacobbe si è preso quanto era di nostro padre e con quanto era di
nostro padre si è fatta tutta questa fortuna".
[2] Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non era
più verso di lui come prima.
[3] Il Signore disse a Giacobbe: "Torna al paese dei tuoi padri,
nella tua patria e io sarò con te".
[4] Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in campagna presso il
suo gregge
[5] e disse loro: "Io mi accorgo dal volto di vostro padre che egli
verso di me non è più come prima; eppure il Dio di mio padre è stato
con me.
[6] Voi stesse sapete che io ho servito vostro padre con tutte le forze,
[7] mentre vostro padre si è beffato di me e ha cambiato dieci volte il
mio salario; ma Dio non gli ha permesso di farmi del male.
[8] Se egli diceva: Le bestie punteggiate saranno il tuo salario, tutto il
gregge figliava bestie punteggiate; se diceva: Le bestie striate saranno
il tuo salario, allora tutto il gregge figliava bestie striate.
[9] Così Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l'ha dato a me.
[10] Una volta, quando il piccolo bestiame va in calore, io in sogno alzai
gli occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano
striati, punteggiati e chiazzati.
[11] L'angelo di Dio mi disse in sogno: Giacobbe! Risposi: Eccomi.
[12] Riprese: Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie
sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto quanto Làbano ti
fa.
[13] Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai
fatto un voto. Ora alzati, parti da questo paese e torna nella tua
patria!".
[14] Rachele e Lia gli risposero: "Abbiamo forse ancora una parte o
una eredità nella casa di nostro padre?
[15] Non siamo forse tenute in conto di straniere da parte sua, dal
momento che ci ha vendute e si è anche mangiato il nostro danaro?
[16] Tutta la ricchezza che Dio ha sottratto a nostro padre è nostra e
dei nostri figli. Ora fà pure quanto Dio ti ha detto".
[17] Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e le mogli sui cammelli
[18] e condusse via tutto il bestiame e tutti gli averi che si era
acquistati, il bestiame che si era acquistato in Paddan-Aram, per
ritornare da Isacco, suo padre, nel paese di Cànaan.
[19] Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che
appartenevano al padre.
[20] Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano l'Arameo, non avvertendolo che
stava per fuggire;
[21] così potè andarsene con tutti i suoi averi. Si alzò dunque, passò
il fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad.
[22] Al terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito.
[23] Allora egli prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per sette
giorni di cammino e lo raggiunse sulle montagne di Gàlaad.
[24] Ma Dio venne da Làbano l'Arameo in un sogno notturno e gli disse:
"Bada di non dir niente a Giacobbe, proprio nulla!".
[25] Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe; ora Giacobbe aveva
piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i parenti
sulle montagne di Gàlaad.
[26] Disse allora Làbano a Giacobbe: "Che hai fatto? Hai eluso la
mia attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di
guerra!
[27] Perché sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai
avvertito? Io ti avrei congedato con festa e con canti, a suon di timpani
e di cetre!
[28] E non mi hai permesso di baciare i miei figli e le mie figlie! Certo
hai agito in modo insensato.
[29] Sarebbe in mio potere di farti del male, ma il Dio di tuo padre mi ha
parlato la notte scorsa: Bada di non dir niente a Giacobbe, né in bene né
in male!
[30] Certo, sei partito perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo
padre; ma perché mi hai rubato i miei dei?".
[31] Giacobbe rispose a Làbano e disse: "Perché avevo paura e
pensavo che mi avresti tolto con la forza le tue figlie.
[32] Ma quanto a colui presso il quale tu troverai i tuoi dei, non resterà
in vita! Alla presenza dei nostri parenti riscontra quanto vi può essere
di tuo presso di me e prendilo". Giacobbe non sapeva che li aveva
rubati Rachele.
[33] Allora Làbano entrò nella tenda di Giacobbe e poi nella tenda di
Lia e nella tenda delle due schiave, ma non trovò nulla. Poi uscì dalla
tenda di Lia ed entrò nella tenda di Rachele.
[34] Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nella sella del
cammello, poi vi si era seduta sopra, così Làbano frugò in tutta la
tenda, ma non li trovò.
[35] Essa parlò al padre: "Non si offenda il mio signore se io non
posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle
donne". Làbano cercò dunque il tutta la tenda e non trovò gli
idoli.
[36] Giacobbe allora si adirò e apostrofò Làbano, al quale disse:
"Qual è il mio delitto, qual è il mio peccato, perché ti sia messo
a inseguirmi?
[37] Ora che hai frugato tra tutti i miei oggetti, che hai trovato di
tutte le robe di casa tua? Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti e
siano essi giudici tra noi due.
[38] Vent'anni ho passato con te: le tue pecore e le tue capre non hanno
abortito e i montoni del tuo gregge non ho mai mangiato.
[39] Nessuna bestia sbranata ti ho portato: io ne compensavo il danno e tu
reclamavi da me ciò che veniva rubato di giorno e ciò che veniva rubato
di notte.
[40] Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo e il sonno fuggiva
dai miei occhi.
[41] Vent'anni sono stato in casa tua: ho servito quattordici anni per le
tue due figlie e sei anni per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio
salario dieci volte.
[42] Se non fosse stato con me il Dio di mio padre, il Dio di Abramo e il
Terrore di Isacco, tu ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio ha
visto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la scorsa notte egli
ha fatto da arbitro".
[43] Làbano allora rispose e disse a Giacobbe: "Queste figlie sono
mie figlie e questi figli sono miei figli; questo bestiame è il mio
bestiame e quanto tu vedi è mio. E che potrei fare oggi a queste mie
figlie o ai figli che esse hanno messi al mondo?
[44] Ebbene, vieni, concludiamo un'alleanza io e te e ci sia un testimonio
tra me e te".
[45] Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele.
[46] Poi disse ai suoi parenti: "Raccogliete pietre", e quelli
presero pietre e ne fecero un mucchio. Poi mangiarono là su quel mucchio.
[47] Làbano lo chiamò Iegar-Saaduta, mentre Giacobbe lo chiamò Gal-Ed.
[48] Làbano disse: "Questo mucchio sia oggi un testimonio tra me e
te"; per questo lo chiamò Gal-Ed
[49] e anche Mizpa, perché disse: "Il Signore starà di vedetta tra
me e te, quando noi non ci vedremo più l'un l'altro.
[50] Se tu maltratterai le mie figlie e se prenderai altre mogli oltre le
mie figlie, non un uomo sarà con noi, ma bada, Dio sarà testimonio tra
me e te".
[51] Soggiunse Làbano a Giacobbe: "Ecco questo mucchio ed ecco
questa stele, che io ho eretta tra me e te.
[52] Questo mucchio è testimonio e questa stele è testimonio che io
giuro di non oltrepassare questo mucchio dalla tua parte e che tu giuri di
non oltrepassare questo mucchio e questa stele dalla mia parte per fare il
male.
[53] Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di noi".
Giacobbe giurò per il Terrore di suo padre Isacco.
[54] Poi offrì un sacrificio sulle montagne e invitò i suoi parenti a
prender cibo. Essi mangiarono e passarono la notte sulle montagne.