In Francesco il desiderio umano di configurarsi a «Cristo servo» raggiunge una delle sue mete più luminose. Questo fu per lui cosi vero che meritò nel suo stesso corpo di essere configurato a Cristo nelle piaghe delle stimmate. Vissuto in un'epoca turbolenta nella quale, come spesso accade, i riferimenti morali istituzionali (Chiesa e potere pubblico) lasciavano molto a desiderare e le pressioni di culture diverse (Isiam in particolare) creavano grande sconcerto, egli non fonda un gruppo di «spirituali» o di rivoluzionari, anzi, non vuole «fondare» proprio nulla. Egli va «semplicemente» al fondo del suo amore per Cristo amandolo nel suo corpo che è la Chiesa, così com'è: santa e insieme peccatrice. Il suo amore non riesce a stare nascosto ed è così affascinante che in moltissimi prendono a seguirlo anche se su una strada assai impegnativa per i criteri mondani. Arriva a desiderare di poter raggiungere tutti per poter condividere con tutti ciò che è il cuore della sua vita. Per ben tre volte tentò di incontrare i musulmani sulla loro terra totalmente disarmato, nonostante le enormi difficoltà (viaggi a piedi pieni di pericoli) e l'esperienza d'alcuni suoi «figli» morti proprio mentre tentavano questa strada. La cosa straordinaria è che non cercava il martirio, bensì il semplice incontro con la persona reale, per questo riuscì a ritornare dai suoi viaggi missionari (cosa per nulla scontata) avendo aperto una strada luminosissima e semplicissima nel rapporto tra fedi e culture: Cristo è un fatto che va testimoniato, non un'idea buona e giusta da brandire contro qualcuno o qualcosa; sta alla libertà del singolo aderire o meno all'esperienza vissuta. La Vita Prima di Tommaso da Celano documenta che san Francesco era un semplice diacono. Come riportato in un affresco del XIV secolo presente nella basilica inferiore di Assisi, Francesco appare con il segno proprio e la veste liturgica del diacono: il libro del Vangelo e la dalmatica. Probabilmente non sarebbe neppure arrivato ad acquisire il sacramento dell'Ordine nel grado diaconale se non fosse stato per l'intuizione profetica di papa Innocenze II che impose a Francesco e ai suoi frati di prendere la tonsura, rendendoli così chierici a servizio di tutta la Chiesa e distinguibili dai vari gruppi pauperistici ereticali presenti al tempo. Francesco fu ordinato dal vescovo d'Assisi, che egli venerava come un padre, e rimase sempre semplicemente obbediente alla gerarchla. Questa sua umiltà lo rese straordinariamente fecondo nell'attrarre persone a Cristo e generare spazi di vita pacifici e operosi, talmente feconda che anche in questi tempi è additato in modo evidentissimo come esempio attuale per tutta la Chiesa: il cardinale Jorge Mario Bergoglio, infatti, eletto Papa nel conclave del 2013, ha assunto il nome pontificale di Francesco in onore del santo di Assisi. (ldn)