La figura del diacono Filippo di Palermo è indissolubilmente legata ad un altro grande santo omonimo: Filippo d'Agira (Enna), sacerdote, taumaturgo e «persecutore di demoni». Per distinguerlo da Filippo maggiore (o «siriaco») viene anche chiamato «Filippo il Giovane» o «Filippello». Stando all'agiografia, al tempo in cui Filippo d'Agira risiedeva a Palermo, un uomo molto ricco, ma triste per la mancanza d'eredi, ricevette in sogno l'indicazione di recarsi dal sant'uomo Filippo per chiedergli di intercedere per lui presso Dio per la grazia di un figlio. Come è narrato nel Vangelo del centurione che si reca da Gesù a chiedere la grazia per il proprio servo, cosi san Filippo, per mezzo del monaco Eusebio, rimanda l'uomo che gli veniva incontro assicurandolo che la sua preghiera sarebbe stata esaudita. Così effettivamente avvenne che dopo un anno nascesse un bambino cui fu posto il nome di Filippo in onore del santo d'Agira. All'età d'otto anni Filippello fu portato dal padre ad Agira per consegnarlo come oblato nel monastero. Dio tuttavia aveva altri progetti sul giovane. Infatti, il santo monaco, dopo averlo benedetto solennemente, lo rimandò a Palermo con il compito di edificare una chiesa donandogli, in ricordo, una propria tunica ed una fascia. Con questi doni Filippello rientra a Palermo e inizia a vivere una vita santa e totalmente dedicata a Dio e ai poveri. Su indicazione del proprio «padrino», alla maggiore età, donò tutti i suoi averi ai poveri, fu ordinato diacono e restò tale, alle dipendenze del vescovo, fino alla morte avvenuta il 12 maggio di un anno imprecisato, dopo una vita ricca di grazie e di guarigioni miracolose. Le sue reliquie sono state poste vicina a quelle di san Filippo d'Agira, di san Luca Casali e sant'Eusebio monaco e biografo di san Filippo nella chiesa del SS. Salvatore ad Agira. Nel 1611 la sua festa è stata traslata dal 12 maggio al 12 giugno per volontà del cardinale Giannettino Doria. (ldn)