È uno dei sette diaconi della chiesa di Gerusalemme. È detto anche «evangelista» non per aver lasciato degli scritti, ma per il ministero di esporre oralmente i detti e le azioni di Gesù. La sua vita è documentata nelle Sacre scritture (At 8; 12; 35; 40 - Ef 4; ll - 2Tm 4; 5). Dopo la persecuzione operata dai giudei nei confronti dei cristiani, che portò al martirio di Stefano, Filippo con molti altri è costretti ad abbandonare Gerusalemme dirigendosi verso la Samaria. Qui, per primo, predica Gesù Cristo a non ebrei osservanti, quali erano considerati i Samaritani, ottenendo dal Cielo la grazia di numerosi miracoli, conversioni e battesimi. Tra i battezzati da parte di Filippo si ricorda Simon Mago. Come riportano gli Atti degli Apostoli (At 8,14-18), alla notizia della conversione dei Samaritani, gli apostoli, rimasti a Gerusalemme, decidono di inviare in Samaria Pietro e Giovanni affinché, con l'imposizione delle mani sui battezzati, possano effondere lo Spirito Santo. Tempo dopo, terminato l'acme della persecuzione in Gerusalemme, Filippo è inviato da un Angelo del Signore verso Gaza dove incontra un eunuco Etiope, personaggio d'alto rango della corte della regina Candace di Etiopia, ebreo proselita venuto in pellegrinaggio a Gerusalemme, che sta leggendo il passo del profeta Isaia (Is 53,7 ss). Invitato dall'Etiope a fornirgli spiegazioni su questo passo oscuro («Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa così Egli non apre la bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita») Filippo testimonia come quel passo sia ciò che realmente è avvenuto a Gesù Cristo e come Egli sia il Messia atteso dai profeti. Convinto da tale testimonianza, l'Etiope non frappone indugio e chiede di essere battezzato immediatamente (At 8,26-40). Le Scritture testimoniano la sua predicazione nelle città e borgate poste lungo la linea costiera fino a Cesarea. Qui vi si stabilisce insieme alla moglie e alle quattro figlie vergini e profetesse (At 21,8-9). In casa sua ospita san Paolo al ritorno dal terzo viaggio missionario. Sempre a casa sua il profeta Agabo annuncia a Paolo l'imminente cattura da parte dei romani a Gerusalemme (At 21,10-11). Una tradizione apocrifa sostiene che in seguito Filippo fu nominato vescovo della città di Tralle in Lidia e qui morì di morte naturale. Alcuni martirologi sostengono invece che egli abbia dato la vita per Cristo a Cesarea, ancora diacono. (ldn)