Essuperanzio e Marcello erano diaconi del vescovo Savino d'Assisi (o Sabino, patrono di Siena, Assisi, Spoleto e Fermo), martirizzati presso Spoleto dal prefetto Venustiano che li aveva invitati a sacrificare al dio Giove. Il racconto della loro passione, riportato da Romualdo Gentilucci in un suo testo agiografico del 1841, riporta come i due diaconi, sottoposti ai più atroci tormenti (eculeo, pettini di ferro, battiture, fuoco, ecc.), non cessarono di pregare per richiedere il perdono e la conversione di Venusiano, così come Cristo stesso e santo Stefano avevano fatto per i propri carnefici. Il prefetto, sconvolto dalla fermezza e dignità dimostrata dai suppliziati che non smettevano di volere il suo bene nonostante tutto il male che stava facendo loro, si convertì a Cristo con tutta la famiglia. Questo passo costò la carriera e la vita a Venustiano, ma la testimonianza di tanti martiri portò otto anni dopo, nel 311 con l'editto di Galerio, alla fine delle persecuzioni e all'editto di Milano del 313 con la concessione a tutti i cittadini della libertà di religione. (ldn)