diac. Equizio
Santo - Abate
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Ricorrenza: 18 giugno

Il diacono Equizio e il suo vescovo Palerio sono al centro dell'intricata questione dell'origine della diocesi di Telese (oggi diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti, in provincia di Benevento). La presenza dei cristiani nella città risale ai primi secoli; tuttavia non si conosce il nome di nessun vescovo dall'anno 601 al 1068. In quell'epoca, tra l'altro, Telese e la regione furono teatro di invasioni, guerre e distruzioni operate da Longobardi, Saraceni e da altre genti: migliaia di abitanti furono martirizzati o resi schiavi. In questo contesto, e con una certa preferenza per il secolo IX, è inserita la vicenda di Palerio e di Equizio.
Una certezza: i nomi dei due santi sono noti perché incisi su due lapidi del 1167 che attestano nientemeno una rivelazione dlvina per indicare la presenza dei loro corpi, trovati nel 1164, a loro sepoltura tre anni dopo in una chiesa appositamente istruita. Nella prima lapide si legge, infatti: «Hic requiescit corpus Sanctii Palerii Telesini Episcopi cum Santo Equitio socio suo per eum revelatu(m) in anno Domini MCLXIIII. XVI Calendas Ianuarii».
Nonostante questo, la presenza delle reliquie dei due santi non ebbe riflessi sulla città di Telese. Anzi, con il tempo quella chiesa andò in rovina e nel 1712 fu usata come cava di pietre. Nell'occasione, furono riscoperte le due lapidi e i corpi dei due. Dopo l'analisi dei resti, nel 1713 il cardinale di Benevento Pietro Francesco Orsini (poi, papa Benedetto XIII, dal 1724 al 1730) fece deporre i resti nella chiesa di San Giovanni Battista nel Comune di San Martino Valle Caudina (Avellino). Alcune reliquie sono venerate anche nella chiesa Metropolitana di Benevento e nella cattedrale di Telese.
Nel 1795 la Sacra Congregazione dei Riti dispose che la memoria liturgica di san Palerio fosse il 16 giugno e quella di sant'Equizio il 18 giugno. (lb)

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