Durante la guerra civile spagnola, nellarcidiocesi di Valencia, furono uccisi vari religiosi che facevano riferimento al cappuccino Giuseppe Ampie Alcalde (Aurelio da Vinalesa). Nel gruppo di martiri, cera anche Enrico da Almazora (Enrique Garcìa Beltran), diacono dell'Ordine dei Frati Minori e prossimo al sacerdozio. Era nato ad Almazora (diocesi di Tortosa e provincia di Castellòn de la Plana) il 16 marzo 1913; vestì l'abito cappuccino il 13 agosto 1928 e fece la professione perpetua il 17 settembre 1935. I confratelli lo ricordano per il «temperamento gioviale e docile», per la «grande devozione a san Giuseppe e perché amava la liturgia». Allo scoppio della guerra, nel 1936, si rifugiò nella casa dei genitori, ma fu arrestato. Poi, il 16 agosto 1936 fu prelevato con un gruppo di secolari e condotto in un luogo detto «La Pedrera», sulla strada da Castellòn de la Plana a Benicasim. Lì tutti furono uccisi, mentre gridavano: «Viva Cristo Re!». Al termine della guerra, i resti di Enrico furono identificati e portati nel cimitero di Almazora. L'11 marzo 2001 è stato beatificato da san Giovanni Paolo II, insieme ad altri 232 martiri di Valencia. (lb)