Originario della città d'Aulona (Valona), nell'attuale Albania, Dana (riportato anche come Danacto, Danatte o Dano) approdò nel Salento dopo essere fuggito alle incursioni dei Saraceni insieme a gruppi di suoi compatrioti. Qui prestò servizio come diacono presso il santuario di Santa Maria di Leuca. Tuttavia anche questi territori non erano immuni dalle incursioni dei Saraceni. Durante un attacco compiuto ai danni del santuario, Dana, vedendo inutili le difese, prese con sè la pisside contenente l'Eucaristia e fuggì per metterla in salvo verso il casale di Montesardo. Nonostante il suo disperato tentativo di salvare il Pane Eucaristico e se stesso, venne raggiunto e ferito a poche miglia dal paese, in località la Mora. Prima di morire fece in tempo a consumare le ostie sante, evitando la profanazione dell'Eucaristia. In odio alla fede fu fatto a pezzi e gettato in mare. Sul luogo del martirio sorge una stele marmorea, che dista circa duecento metri dal paesino che porta il suo nome: San Dana, frazione di Cagliano del Capo (Lecce, diocesi di Ugento) dove il santo martire è onorato nella chiesa parrocchiale. (ldn)