Beniamino, diacono di Ergol (o Argul) in Persia (odierno Iran), fa parte di una lunga serie di martiri di quel Paese. Le notizie sulla persecuzione sono, però, discordanti sui nomi dei cristiani e sulla data della loro uccisione. La morte di Beniamino va collocata nel 420, cioè nei primi due anni di regno di Bahram V, noto anche come Bahram Gur (406?-438): nel 422, infatti, questo re sasanide fu sconfitto da Teodosio II, imperatore d'Oriente, che tra le condizioni di pace impose la libertà di culto per i cristiani. All'origine di quei martirii, il fatto che attorno al 420 alcuni cristiani troppo zelanti distrussero un pireo, cioè un tempio dedicato al Fuoco, situato presso Ergol; così, furono arrestati il vescovo Abdas, il fratello Papa, i preti Hasu e Isacco, il segretario Ephrem, il suddiacono Papa, i laici Daduq e Durian. Le autorità del luogo ordinarono al vescovo Abdas di ricostruire il tempio e dopo il suo rifiuto lo condannarono a morte insieme a tutti gli altri. A questi primi martiri se ne aggiunsero altri, e cioè Ormisda (Manides), Sahin e il diacono Beniamino. Riferendosi a quest'ultimo il Martyrologium Romanum annota: «In Ergol (Argul) in Persia, san Beniamino diacono, che non desistette dal predicare le Verità della fede, sotto Bahrom-Gor re; consumò il suo martirio venendogli conficcati negli orifizi e sotto le unghie legni sottili ed acuminati». (lb)