Questo diacono è stato martirizzato con il presbitero Carpoforo. Le Vite riportano che essi furono fra i sopravvissuti alla decimazione della Legione Tebea insieme con altri due soldati, Felino e Graziano. Altre tradizioni, invece, danno Carpoforo e Abbondio imprigionati per la loro fedeltà a Cristo, a Roma ai tempi di Dioclezioano e Massimiano. Riusciti a fuggire dalla prigione giunsero a Spoleto, dove avrebbero catechizzato, battezzato e perfino distrutto templi e boschetti sacri. Per tali attività furono nuovamente incarcerati e torturati. I due furono decapitati ad un miglio da Foligno in un luogo detto Thanaritanum, ai piedi del monte Rotondo. La leggenda narra che un orso, uscito all'improvviso dal bosco, si sarebbe avventato sui soldati che avevano condotto l'esecuzione e ne avrebbe sbranato il comandante. Una matrona cristiana di Foligno, Eustachia, avrebbe pietosamente composto le salme dei martiri e provveduto alla sepoltura nello stesso luogo dell'esecuzione. Successivamente i resti sarebbero stati traslati a Spoleto, nella chiesa di San Gregorio, e nella chiesa del monastero di San Remigio di Berceto nell'Appennino parmense. (ldn)