La storia di san Sisinnio di Roma si intreccia con quella di san Saturnino il Vecchio (di cui le testimonianze sono più certe) e con quella di san Ciriaco e compagni martiri (-> Ciriaco), con i quali condivisero un periodo di carcerazione. Sisinnio e Ciriaco, ordinati diaconi da papa Marcello, assistevano i prigionieri cristiani che, per punizione, costruivano le Terme di Diocleziano, nei pressi del Viminale, ora piazza della Repubblica. Sui resti delle terme fu eretta la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, alla costruzione della quale collaborarono anche, in tempi diversi, Michelangelo e Vanvitelli. La chiesa ricorda sette martiri romani: Ciriaco, Largo, Saturnino, Sisinnio, Smaragdo, Trasone (o Tresone) e Marcello papa. Si narra che Saturnino e Sisinnio condivisero completamente la loro sorte, mentre gli altri compagni rimasero prigionieri per qualche tempo in più, prima di essere uccisi. La testimonianza cristiana di Saturnino e di Sisinnio, durante la detenzione, fu esemplare e produsse un gran numero di conversioni. I due, dopo feroci torture, furono martirizzati insieme, qualche tempo prima degli altri condannati, probabilmente in una località situata sulla Via Nomentana. (sp)