Attorno all'anno 520, un monaco dell'abbazia di Condat (nel Giura francese) scrisse una Vita dei due fratelli san Romano (+ 463 circa) e san Lupicino (+ 480 circa), che verso il 430 avevano fondato quell'abbazia (entrambi furono chiamati santi benedettini, perché il loro monastero, pur anteriore a san Benedetto, più tardi ne adottò la Regola). Ci sono molti dubbi su vari fatti narrati nella Vita, ma di certo il testo risale all'inizio del secolo VI. In particolare, quasi tutto il capitolo quinto racconta le vicende del monaco e diacono san Sabiniano. Entrato nell'abbazia quando era abate Romano, Sabiniano fu incaricato di occuparsi dei mulini ad acqua posti sui fiumi Bienne e Tacon. Questo suo incarico e la sua purezza d'animo furono alla base di molti episodi. Ad esempio, nonostante la distanza tra i mulini e l'abbazia, arrivava sempre tra i primi all'Ufficio. Altre volte fu tentato dal diavolo, che gli apparve anche con l'aspetto di giovani ragazze. In un'altra occasione, un serpente pericoloso scivolò nel canale che portava acqua al mulino e i suoi confratelli non riuscirono a catturarlo. Lui, dopo aver fatto il segno della croce, scese nell'acqua e riuscì a prenderlo. In una parola, Sabiniano fu ritenuto perfetto imitatore di santo Stefano. Morì il giorno 23 dicembre, forse del 480. (lb)