Quintino è un santo molto noto in Francia, ma è assai incerto che fosse diacono. Tra le tante notizie che lo riguardano, sembra quasi certo che fosse figlio del senatore romano Zeno (o Zenone) e che facesse parte di un gruppo di missionari inviati ad evangelizzare l'allora provincia Belgica Seconda, durante l'impero di Massimiano (+ 310). Tra loro cerano Dionigi, che si fermò a Parigi, e Luciano e Quintino, che raggiunsero Ambianus, l'odierna Amiens (poi Luciano si recò a Beauvais). Quintino iniziò a predicare il Vangelo e ad operare conversioni, ma fu incarcerato per ordine del prefetto militare Riziovaro. Poi, fu torturato, incatenato e destinato ad essere sottoposto al giudizio dell'imperatore. Tuttavia, durante il viaggio verso Reims, sulle rive della Somme, vicino alla città di Augusta Veromanduorum, Vermand, il 31 ottobre di un anno che potrebbe essere il 285, Riziovaro fece decapitare Quintino e ne fece gettare il corpo nel fiume. La tradizione vuole che cinquantanni dopo, una patrizia romana cieca di nome Eusebia, informata in sogno da un angelo, raggiunse il luogo del martirio e miracolosamente il corpo risalì in superficie; lei riacquistò la vista e fece costruire una cappella dove sarebbero avvenuti vari miracoli. I resti di Quintino subirono varie traslazioni, smarrimenti, ritrovamenti (il più noto è quello effettuato da sant'Eligio, nel 641) e ricognizioni, anche nel secolo scorso. Di certo, il culto del santo si diffuse in tutta la Francia e il Belgio, tanto che la cittadina di Vermand cambiò il nome in Saint-Quentin (la stessa località è diventata famosa per la battaglia svoltasi nel 1557 tra francesi e spagnoli, che vinsero grazie al condottiero Emanuele Filiberto, duca di Savoia). Nell'iconografia, san Quintino è raffigurato spesso con il corpo trafitto da chiodi e decapitato; in alcune opere indossa un'armatura da soldato romano, oppure, come nel caso del polittico di Andrea Vanni in Santo Stefano di Siena (databile al 1400), è raffigurato come giovane diacono con una tunica scura. (lb)