Il cronista di Auxerre, Robert Abolant (1156-1212), lo descrive come «l'ornamento della Chiesa, la gloria del mondo, il maestro dei cristiani». Secondo la Vita, Alderaldo, nato nei pressi di Troyes (nell'odierna regione francese della Champagne-Ardenne) da genitori facoltosi, sarebbe stato educato in un monastero e, più tardi, nominato canonico della chiesa locale di San Pietro. Tra il 982 e il 991, il vescovo Manasse nominò Alderaldo arcidiacono, poichè la sua firma seguita da questo titolo compare nel documento di Montier-en-Der (Francia). Il cronista riporta: «Digiuna in modo severo, come i santi di un tempo. Mangia ruvido pane d'orzo mescolato con cenere, mentre i suoi familiari spesso mangiano cibi delicati e godono dei piaceri della vita». Sulla larghezza d'elemosine, si dice: «Non è sufficiente per lui dare il cibo agli affamati, vestiti agli ignudi. Ha fondato un ospedale per i viaggiatori nel quale personalmente lava i lebbrosi, dona loro i suoi vestiti e li coccola come fossero suoi figli. Visita le capanne dei poveri e fornisce ogni necessario... ciò che insegna con le sue parole, egli sostiene con i suoi esempi». Viaggiò molto. Con il permesso del suo vescovo fece per non meno di dodici volte il viaggio a piedi alla volta di Roma per visitare le tombe dei santi Apostoli (ciascun viaggio richiedeva oltre cinque mesi d'andata e altrettanti per il ritorno). Il santo introdusse radicali riforme nei monasteri della diocesi di Troyes, dove la vita ascetica era meno curata dei commerci e guadagni. In seguito Alderaldo, partito per un pellegrinaggio in Terra Santa, riuscì a fuggire dai ceppi dei pirati barbareschi, ma cadde in mano ai Turchi, che lo sottoposero ad ogni sorta di torture pur di costringerlo ad infrangere la regola. Tuttavia Alderaldo non ne interruppe mai l'osservanza e resistè valorosamente ad ogni pressione. Ebbe particolarmente a cuore la consuetudine del silenzio dopo Compieta. Visitò la Palestina e tornò poi a Troyes per via di terra, recando numerose reliquie, fra cui un frammento del Santo Sepolcro. A circa dieci chilometri da Troyes fece costruire un piccolo monastero, conosciuto come San Sepolcro, affidato a tre religiose benedettine, nel quale custodire tali reliquie. Intorno a questo santuario sorse presto un borgo, che divise con quel monastero il nome di Santo Sepolcro fino al 1673 (anno in cui la località, situata nella regione Champagne-Ardenne, prese la denominazione di Villacerf). L'ufficiatura del santuario fu affidata ai monaci cistercensi di Cluny. Tra loro Alderaldo morì e fu sepolto nel 1002 (o forse nel 1004, o nel 1005). Il suo corpo fu venerato nel monastero fino al 1791, quando la paura degli eccessi rivoluzionari ne consigliò il trasferimento dal convento alla chiesa parrocchiale. Durante il Terrore, i suoi resti furono violati e buttati alla rinfusa nei sotterranei della chiesa di Villacerf. (ldn)