La tradizione vuole che a Roma, nell'anno 304, durante la persecuzione di Diocleziano (+ 314), il diacono Abbondanzio e il diacono Abbondio siano stati catturati, torturati e condannati a morte per non aver fatto sacrifici ad Ercole. Mentre erano portati sul luogo del supplizio, al IX miglio della via Flaminia, nella località Lubras ad saxa rubra (oggi Prima Porta), incontrarono il senatore Marciano che, piangendo, teneva tra le braccia il figlio Giovanni, morto. Abbondio e d Abbondanzio pregarono accanto al ragazzo e lo risuscitarono. Testimoni diretti del miracolo, Marciano e Giovanni si convertirono immediatamente e per questo anche loro furono condannati e decapitai insieme agli altri due. Dopo, una patrizia cristiana di nome Teodora raccolse i resti dei quattro martirie li seppellì nel suo possedimento a Rignano Flaminio, dove poi sorse la chiesa dedicata appunto ad Abbondio e Abbonadanzio. Pur con vari dubbi sul racconto, alcuni scavi nelle catacombe presso Rignano Flaminio hanno portato alla luce un'epigrafe dove compare la scritta Abundio presbitero martyri sancto dep. VII idus dec. La data del 7 dicembre potrebbe corrispondere al giorno della sepoltura del corpo di questo martire. Comunque, nell'anno 1001, per volere dell'imperatore Ottone III, i corpi di Abbondio, Abbondanzio e Teodora frurono traslati nella chiesa romana di san Bartolomeo all'Isola e poi, nel 1583, da questa alla Chiesa del Gesù. Le reliquie dei martiri Marciano e Giovanni, invece, furono trasferite nella cattedrale di Civita castellana (Viterbo), città di cui sono patroni. La festa comune dei quattro santi si celebra il 16 settembre. (lb)