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SANTE SISTO era il fratello minore del Direttore Giovanni testé descritto e, come quello,
studiò prima in Alberobello, poi nel Collegio di Conversano, dimostrando fin dall'inizio
volontà di apprendere e disposizione per il poetare. Proseguì gli studi in Napoli dedicandoli
alla carriera giudiziaria e, nel 1861, consegui il titolo di Cancelliere. Nel 1860, insieme
con suo fratello Domenico, si arruolò nei Garibaldini, sotto il comando del severo Colonnello
Liborio Romano. Nutriva sentimenti liberali e negli anni della liberazione ed unificazione d'Italia
fu un entusiasta patriota, che pretendeva, minacciando finanche col bastone, che gli altri inneggiassero
con lui alla conseguita indipendenza della Patria.
Proclamatasi la Nazione, servì nel E. Esercito raggiungendo il grado di Sergente nel 45° Reggimento
Fanteria. Riprese poi gli studi dedicandosi, nel contempo, all'insegnamento privato. Nel 1878,
si laureò in Giurisprudenza in Napoli e, nello stesso anno, si ebbe la nomina di Pretore con
la destinazione nel Mandamento di S. Agata di Puglia.
Per quasi un trentennio fu un imparziale, scrupoloso e dotto magistrato, svolgendo la sua
carriera in moltissime preture, fra le quali: Putignano (1880), Acquaviva ('82), Orsara di
Puglia ('84), Castellaneta ('86), Turi ('88), Mola ('89), Gagliano del Capo ('90), Deliceto
('93), Ginosa ('95), in diverse località dell'Abruzzo e della Basilicata fino al 1904, quando fu collocato a riposo.
Durante l'adempimento del suo ufficio, si ebbe le seguenti nomine onorifiche: Socio fondatore
della Scuola Italiana di Giurisprudenza popolare; Socio Corrispondente dell'Accademia Pittagorica;
Membro corrispondente della R. Associazione dei Benemeriti Italiani; Ufficiale d'onore dell'Istituto Umberto I di Livorno.
I pochi restanti anni della sua vita li passò in Bari, di dove era sua moglie Giuseppina
De Mattia, dalla quale aveva avuto i figli: Angelo, Teodora e Concetta. L'emerito primo
Pretore alberobellese passò nel numero dei più il 27 gennaio 1908, sinceramente rimpianto
da quanti lo avevano conosciuto.
Sante Sisto coltivò con amore anche la Poesia così come alcuni magistrati del nostro tempo hanno
fatto e con distinzione, quali p. es.: il Presidente di Corte d'Assise Ulisse Tanganelli,
forbito e geniale poeta della «Scena Illustrata», il notissimo giureconsulto Lino Ferriani
e altri. La nota dominante del Nostro è il patriottismo e il romanticismo, alla maniera
dell'Aleardi e del Berchet. Le sue liriche sono ammirevoli per la tenerezza e la elevatezza
dei sentimenti, nonché per la eletta forma che li riveste. Alcuni suoi squarci poetici sono degni di un bardo di grido.
La sua Musa cantava gli omaggi ai Re Sabaudi, alla Patria ansiosa di libertà, al Garibaldi;
gli sfoghi romantici, i ricordi affettuosi, l'esaltazione di episodi eroici, quale quello
del suo figlio tredicenne che salvò una bambina dall'essere calpestata da due cavalli in
corsa, per cui si meritò la medaglia d'argento al Valor Civile. Dai suoi versi si deduce
che il Sisto non era un comune scrittore, ma aveva animo gentile, fervido, nobile, il suo
cuore pulsava per la Patria, la donna amata, la virtù e l'eroismo. La sua penna aveva potenza
descrittiva, spontaneità e scorrevolezza.
BIBLIOGRAFIA.
1. - «Canti e Fantasìe». Tip. F. Petruzzelli & Figli, Bari. 1869. Pp. 80.
2. - «4 S. M. Umberto I». Raccolta di 14 sonetti in omaggio al Re. Dicembre 18-1879. Tip. Urbano. Lucera, 1879. Pp. 8.
3. - «A S. M. Margherita di Savoia». 14 marzo 1880. «Omaggio poetico». Stab. Tip. Maria Cristina
per S. Pollice, Foggia, 1880. Pp. 8.
4. - «In morte di Antonio Agrusti». Elogio funebre letto 11 giugno 1881. Pp. 5 a 13. Lo stesso
opuscolo contiene discorsi di altri. Pp. 24.
5. - « Affettuoso ricordo per mia figlia Teodorina ». Elegia in versi dedicati a S. M.
Margherita di Savoia. Maggio 1882. Stab. Tip. Cannone, Bari. 1882. Pp. 8.
6. - «Dialogo tra un Pretore e un Maestro elementare». Diviso in 7 punti con appendice.
Tip. Catucci e Oiammaria, Gioia. 1883. Pp. 80.
7. - «A S. M. Umberto I Re d'Italia». Omaggio poetico in 14 strofe. Tip. Educatrice, Ariano.
1884. Pp 16. (Vi furono 3 edizioni, l'ultima delle quali fu del 1905).
8. - «A S. E. Francesco Crispi, Ministro dell'Interno». Sulla insequestrabilità del soldo
all'impiegato comunale. Tip. del Commercio, Tarante, 1887. Pp. 46.
9. - «Poesie». Tip. del Commercio, Tarante, nov. 1887. Pp. 187. L. 3.
10. - «Nobiltà di cuore». Melodramma in versi, in 3 atti. Officina Tip. Giuseppe Caliò, Catanzaro,
1902. Pp. 38. (Vi fu anche la 2a edizione).
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