ERA fermo proposito del Notarnicola di lasciare in bianco questa pagina, perché non era ammissibile - sosteneva lui - che egli tracciasse il suo proprio profilo biografico: avrebbe peccato di presuntuosità e quasi di spudoratezza. Ma sarebbe davvero una grave ed imperdonabile lacuna se fra le pagine di questo libro mancassero le notizie biografiche del suo autore, perché i lettori rimarrebbero delusi e quasi mortificati di non conoscere come e perché il Notarnicola, che si è data la pena di parlare di altri, ha taciuto di se stesso.
Nessuno prima di lui si è assunto il pregevole compito di sollevare il velo polveroso che avvolgeva d'ingenerosa oblivione le figure e le opere degli illustri trapassati Alberobellesi. E giacché accanto ad essi il Nostro ha voluto tratteggiare e additare ai posteri anche le figure dei contemporanei, ritengo un preciso ed inderogabile dovere che fra questi medaglioni ci sia quello che ricordi e illustri la figura e l'opera di questo indomito campanilista e inarrendevole amatore e cultore delle patrie memorie. Perciò vuoi essere ed è questo schizzo il riconoscente omaggio che il sottoscritto, ultimo tra gli amici ed ammiratori del Notarnicola, intende tributargli in vita e non affidarlo, come di solito si usa, alla troppo spesso dimentica posterità.
Fu Peppino - come da tutti i suoi intimi viene chiamato - figlio unico di onesti e agiati genitori, i quali traevano il loro benessere dall'assiduo operoso e industrioso lavoro dei campi.
Terminato in Alberobello il corso elementare e due anni di scuola privata del Sac. D. Francesco D'Onghia, passò a Monopoli ove frequentò con profitto quella Scuola Tecnica Pareggiata, manifestando segni inequivocabili di spiccata tendenza per gli studi letterari e storici sotto l'accorta guida del valente Prof. D. Antonio Jaia, che fu stimato discepolo dell'illustre e famoso letterato Francesco De Sanctis, e sotto la guida dello storico ed apprezzato autore Ludovico Pepe. Ottenuta la Licenza Tecnica, si trasferì a Bari, dove conseguì, quattro anni dopo, il Diploma di Geometra presso il R. Istituto Tecnico, ma di tale titolo egli poco si giovò per gli usi della vita.
Successivamente passò a Firenze ove frequentò la Scuola Filologica di Lingue Moderne, perfezionandosi in Francese, Inglese e Tedesco. Nella Città dei Fiori conobbe il Pollazzi, fondatore e direttore della «Scena Illustrata», ed entrò prestò a far parte della Redazione di quella rivista. Natura aveva dotato il nostro Peppino di una portentosa facilità immaginativa e di una meravigliosa vigorosa efficacia narrativa e descrittiva per cui scrisse e pubblicò numerose impressioni di vario genere. In quel cenacolo di letterati ed artisti, che è stata Firenze in ogni tempo, il Nostro conobbe molti chiari ingegni, quali: Ferdinando Martini, Paolo Mantegazza, Mario Foresi, Ulisse Tanganelli, Giosuè Borsi, Giovanni Papini e numerosi altri.
Era avido di viaggi per approfondire più e meglio quelle conoscenze linguistiche e colturali che gli avevano date autori e libri diversi. Fu in Isvizzera, in Germania, in Francia, in Inghilterra, in America e da ogni località visitata traeva impressioni ed insegnamenti più nuovi e fecondi, che arricchivano viemeglio il suo patrimonio intellettuale.
Egli è stato sempre un fervido idealista, un adoratore della bellezza sotto le più svariate forme, un ricercatore di gioie estetiche, un appassionato frugatore e spolveratore di cimeli archeologici. Biblioteche, pinacoteche, musei d'ogni genere erano i suoi luoghi preferiti; passeggiate all'aperto, ascensioni, soste meditative i suoi svaghi prediletti; colloqui con «canuti per antico pelo» i suoi apparenti passatempi, ma in realtà erano le fonti di quella storia e di. quella cronaca che dovevano far poi di lui il diligente appassionato paziente raccoglitore ed estensore di quelle magnifiche monografie che formano il suo titolo maggiore di merito e di lode. Coi contadini, con gli artigiani, con le brave ed oneste massaie egli, apparentemente contegnoso e burbero, era umile famigliare bonario confabulatore, di vena talvolta umoristica, mentre coi suoi coetanei e condiscepoli - troppo verbosi e spesso superbi e vuoti (fatte le debite eccezioni) - era piuttosto riservato, dignitoso, a volte salace e mordente, ma sempre educato e corretto.
Sognava di essere utile non a sé ed ai suoi soltanto, ma anche agli altri, alla sua Alberobello, alla Puglia, all'Italia. C'era in questo suo sogno un po' di ambizione, un pò di sete di gloria; ma chi è stato immune da simile vanità giovanile, se vanità può chiamarsi? Si può dire di lui quanto G. Borsi diceva di sé in un suo sonetto: «Tale mi sono e di mutar non chiedo». Ma come quegli in seguito alla morte di sua sorella, cosi pure il Nostro subì delle crisi spirituali e morali. Certi atteggiamenti giovanili ereditati nella scuola di quel tempo da insegnanti già guasti dal positivismo e materialismo allora imperanti furono del tutto sorpassati e negletti più tardi, quando il primo fiore della sua aiuola famigliare, Alma Vita, fu rapito per sempre al suo terreno affetto.
Una profonda trasformazione si venne maturando e si operò nel suo animo allora : le chimere inseguite fino a quel momento svanirono come nebbia al sole e la sua anima agitata trovò quiete e rassegnazione in quella Fede «ai trionfi avvezza», che gli diede novelle sensazioni, sicurezza di nuovi e non fallaci orientamenti, potenti slanci verso orizzonti più vasti e più sereni.
Amante e ricercatore del bello - osservate i suoi disegni, i suoi album di schizzi, le sue vedute fotografiche, le cartoline illustrate, i suoi cinque libri, la di cui estetica tipografica fu curata con meticolosità da lui stesso - egli si è fermato sol quando ha trovato la Bellezza vera ed immutabile. Con altre parole, ma con uguale significato egli stesso mi ripeteva sovente quello che S. Agostino pose nelle sue «Confessioni» : «Ci hai fatti, o Signore, orientati verso di Te e per questo il nostro cuore è irrequieto, fino a quando non riposi in Te». Espressione di devota sudditanza e manifestazione di non marcescibile desiderio!
Ma il Nostro non è stato soltanto un idealista ed un sognatore; egli ha pure vivamente partecipato con intelligente ed alacre attività alla vita pubblica. Nelle elezioni amministrative del 1920, fu eletto Consigliere Comunale di Alberobello nella lista Nazionalista di minoranza contro l'Amministrazione Socialista capeggiata da P. Campione.
Nello stesso anno, insieme con altri oratori alberobellesi, tenne un discorso davanti alla salma dell'eroico concittadino, Ten. Aviatore Renzo Gentile, tragicamente morto a Pisa, e raccolse in una memoria a stampa tutte le onoranze tributategli a Pisa, a Bologna, ad Alberobello.
Con R. D. dell’11-3-1923 fu nominato primo R. Ispettore On. ai Monumenti e Scavi; carica che egli copri lodevolmente per ben 8 anni, proteggendo rigorosamente la Zona Monumentale dei Trulli di Alberobello nel Rione Monti, al quale fece provvidamente aggregare anche il Rione Aja Piccola. Al suo vigile interessamento si deve l'approvazione con Decreto 15-1-1930 del Regolamento per la conservazione della caratteristica Zona Monumentale e Panoramica dei Trulli e per le costruzioni edilizie interessanti la Zona stessa.
Nel 1925 organizzò i produttori dei manufatti tipici di Alberobello, che fece partecipare alla Mostra d'Arti Decorative di Monza, contribuendo cosi all'elevazione di Alberobello e della Puglia nel campo artistico popolare nazionale.
Nel 1926 fondò e diresse la Pro-Loco di Alberobello collegata all'E.N.I.T. per l'incremento degl'interessi turistici del nostro paese e per la diffusione della cultura nel popolo.
Nel 1927, come promotore e Presidente del relativo comitato cittadino, onorò il celebre Architetto alberobellese Antonio Curri con un ricordo bronzeo - marmoreo dello scultore Gaetano Stella, epigrafato dal poeta accademico Salvatore Di Giacomo.
Ha insegnato Lingua e Letteratura Inglese negli istituti governativi di Maglie, Tarante, Venezia, Zara, Foggia, Barletta e Bari.
Altro ci sarebbe da aggiungere a quanto ho schematicamente tracciato, ma sarà sufficiente la sua bibliografìa a far risaltare di lui l'opera ed il merito. Non tralascio di ricordare che egli ha al suo attivo numerosi articoli di giornali, periodici e riviste.
Per tutta questa complessa e varia attività mi sembrava doveroso che il profilo del caro Peppino non mancasse in questa raccolta di bio - bibliografie.

ANTONIO DE LEONARDIS.

BIBLIOGRAFIA.

1. «L'inverno sul Mash (Hannover)», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 15 gennaio 1910; n. 2, pag. 10.
2. «La città delle Signore (Bad Pyrmont)», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 15 settembre 1910; n. 18, p. 12.
3. «Fifth Avenue (New York)», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 15 giugno 1911; n. 12, p. 23.
4. «Nemesi del fuoco», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 15 ottobre 1911; n. 20, p. 25.
5. « Gaby la bellissima», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 1° marzo 1912; n. 5, p. 20.
6. « Annetta Kellermann», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 1° aprile 1913; n. 7, n. 10.
7. «Una visita a M.Ile Ida Rubenstein», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 1° maggio 1913; n. 9, p, 13.
8. «Bianchi e Neri», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 15 giugno 1913; n. 12, p. 26.
9. «Incendio e naufragio del Volturno», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 1° gennaio 1914; n. 1, p. 36.
10. «II compimento del Canale di Panama», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 1° marzo 1914; n 5, p. 22.
11. «Concorso per un matrimonio eugenetic », sulla "Scena Illustrata", Firenze, 15 marzo 1914; n. 6, p. II.
12. «La purità del nudo», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 1° maggio 1914; n. 9, p. 9.
13. «Nel trecentenario della morte di Shakespeare», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 15 agosto 1916; n. 16, p. 9.
14. «Dai Tedeschi ai pescicani», sulla "Scena Illustrata" Firenze, 1-15 dicembre 1916; n. 23-24, p. 28. — 15.
15. «L'anormale predominio del corpo sullo spirito», "Sulla Corrente", Napoli, 15 dicembre 1920; n. 12,p. 167.
16. «Giorgio Arnaldi (Dalssni)», sulla "Scena Illustrata", Firenze, 1-15 luglio 1922; n. 13-14, p. 29.
17. «Elogio funebre al Doti. Vita Gigante», nell'opuscolo "In morte del Dott. V. Gigante . Un. Tip. Comb. Napoli; gennaio 1923, p. 15 e 17.
18. «Un caso di divorzio nell'alta società americana», sulla "Scena Illustrata“, Firenze, 1-15 dicembre 1922; n. 12-24, p. 23-24.
19. «Elogio funebre pel Ten. Renzo Gentile», nell'opuscolo "In morte del Pilota Aviatore R. O”. Tip. De Rebertis, Putignano, gennaio 1924, p. 52 a 54.
20. «La zona Monumentale di Alberobello», in "Italia", Roma, 1° gennaio 1924, n. 1, p. 11 a 16.
21. «Il Trullo Sovrano e la Casa D'Amore in Alberobello», ne "La Gazzetta di Puglia", Bari, 18 marzo 1925 ; n. 66, p. 3.
22. «Per la tutela dei Trulli di Alberobello», ne "La Gazzetta di Puglia", Bari, 14 luglio 1925, p. 6.
23. «Una scura preistorica », ne " L'Epoca ", Roma, 30 agosto 1925, n. 206, p. 5.
24. «Apulian Troolloes » in "U.N.I.T.I.", Roma, febbraio 1926, n. 2, p. 49 a 56.
25. «Trulli Apuliens» in "U.N.I.T.I.", Roma, febbraio 1Q26, n. 2, p. 49 a 56.
26. «Apulische Trulli» in “U.N.I.T.I.”, Roma, febbraio 1926, n. 2, p. 49 a 56.
27. «Una chiesa a trullo», nel "Corriere d'Italia", Roma, 2 maggio 1926, p. 4.
28. «Per lo sventramento di Bari vecchia», nel "Giornale d'Italia", Roma, 1° luglio 1926, n. 155, p. 4.
29. «L'ultimo scritto di Rodolfo Valentino» ne "La Gazzetta del Lunedì", Bari, 7 febbraio 1927, n. 6, p. 3.
30. «Nomina del Podestà e problemi cittadini di Alberobello», nel "Giornale d'Italia", Roma ; 22 marzo 1927, n. 69, p. 4.
31. «Antonio Curri», discorso commemorativo e compilazione della monografia omonima nel X anniversario della morte. Scuola Tip. Salesiana, Bari, 1927, con illustrazioni. Il discorso da p. 9 a 16.
32. «A visit to Otranto» in "La Puglia nel Mondo", New-York; febbraio 1928, n. 2, p.
33. «Pinnacles and Symbols of the Trulli*, in "The Swallows", Roma, febbraio 1928, n. 2, p. 53 a 50.
34. «Pinacles et Symboles des Trulli», in "Les Hiron-delles", Roma, febbraio 1928, n. 2, p. 53 a 50.
35. «Zinne n und Symbole der Trulli», in "Die Schwalben", Roma, febbraio, 1928, n. 2, p. 53 a 50.
36. «Antonio Montefusco: pittore del nudo», ne "La Gazzetta del Lunedì", 6 agosto 1928, p. 3.
37. «II rione Aja Piccola della Z. M. T. », ne "La Gazzetta del Mezzogiorno”, Bari, 19 agosto 1930, n. 196, p. 6.
38. «Dagli albori del '48 al Patto Lateranese», recensione; su "L'Araldo”, Bari, 7 marzo 1931, n. 10, p. 3.
39. «Sensa-eiones de Venecia : La Plaza de San Marcos», in "El Popular" Buenos Ayres, 24 giugno 1932, n. 7820, p. 5.
40. «I Novecentisti alla 18 Biennale di Venezia», nella "Scena Illustrata", Firenze, 1-15 settembre 1932, n. 17-18, p. 31.
41. «Successi di pittori Ital. (Antonio Montefusco)», ne "La Gazzetta del Lunedì", Bari, 12 settembre 1932, n. 35, p. 4.
42. «El Arte Espagnol en la 18a Exposicion Bienal de Venecia*, in "El Popular", Buenos Ayres, 21 ottobre 1932, n. 7887, p. 6.
43. «Monumenti Pugliesi: fra i trulli di Alberobello», ne "La Grande Illustrazione Italiana", Milano, Gennaio 1933, n. 1, p. 36.
44. «La Cavallerizza della Serenissima in Puglia», Castone Bellini, Ed. Venezia, 1933; volume pp. 175, ili., L. 10.
45. «Metodo razionale semplificato della Pronunzia Inglese», Soc. Ed. Tipografica, Bari, 1935. Volume pp. 78. L. 4,50.
46. «Il Palazzo di Diocleziano a Spalato», in "San Marco!", Zara, 1° dicembre 1937, n. IO, p. 2.
47. «I rapporti di Zara con Bari», in "San Marco!" Zara, 29 gennaio 1938, n. 27, p. 4.
48. «La Z. M. T. dev'essere tutelata e potenziata», in "Il Messaggero", Roma, 20 gennaio 1939, n. 17, p. 6.
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50. «L'arte musicale nello spirito e nel temperamento dei Pugliesi», nel "Giornale d'Italia", Roma, 17 ottobre 1942, p. 2.
51. «Figure dell'Ottocento: Angelo Turi», nel "Giornale d'Italia", Roma, 21 febbraio 1943, n. 45, p. 2.
52. «Medaglioni dell'Ottocento: Nicola Agrusti» nel "Giornale d'Italia", Roma, 13 marzo 1943, n. 62, n. 2.
53. «Nel Canale di Pilo: Bonifica agrario e scoperte archeologiche», nel "Giornale d'Italia", 6 gennaio 1948, n. 5, p. 2.
54. «Nel centenario del '48 : il patriota Vita Turi» in "II Giornale", Napoli, n.ri 57 e 59; 6 e 9 marzo 1948, p. 2.
55. «La monumentale Casa Pezzolla minacciata di demolizione», nel "Giornale d'Italia”, Roma, 21 aprile 1949, n. 95, p. 2.
56. «Domenico Marea», in "Minerva Pugliese", Martina Fr. ; aprile 1949, n. 3, p. 2. L. 25.
57. «Elogio funebre per il Rev. D. F.sco D'Onghia», 25 novembre 1944. Inedito.
58. «Addres on the wedding of Serg. F. J. Rande with Miss Mimi Ponzane», 2 marzo 1946. Inedito.
59. «Discorso per l'inaugurazione del Leone di S. Marco alla Cavallerizza», 25 dicembre 1946. Inedito.
60. «Discorso per il 150 anniversario della redenzione civile di Alberobello ». 27 maggio 1947. Inedito.
61. «Discorso per la celebrazione del I centenario della nascita deli'Arch. Antonio Curri», 10 ottobre 1948. Inedito.
62. «Istantanee di tipi, scene, luoghi». Raccolta di bozzetti, racconti e descrizioni pugliesi. In preparazione.
63. «Romana». Romanzo Californiano di Helen Hunt Jackson. Traduzione integrale. In preparazione.

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