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DA MODESTI genitori, nel modesto trullo n. 12, dell'altrettanto modesta via Giusti, in Alberobello,
nacque il Morea, il 21 giugno 1833. Suo padre Giovanni era sarto, oriundo di Noci; sua madre, donna
di casa, si chiamava Maria Sisto. Egli fu il primogenito di due figli del primo letto, stantechè
presto rimase orfano e si ebbe per matrigna Rosa Morelli - donna piena di bontà -, e poi, in prosieguo
di tempo, quattro fratellastri.
La sua infanzia fu umile quanto poteva esserla nella famiglia di un operaio con sei figli e senza
beni di fortuna. Sin dalla scuola elementare il ragazzo dimostrò di possedere spiccata intelligenza
e amore per lo studio tanto che, dopo le elementari, i suoi genitori vollero che continuasse a studiare,
ma mancando essi di mezzi finanziari, lo raccomandarono al generoso interessamento del monaco P.Raffaele
Bernardi da Alberobello (1810-1866). Costui era un apprezzato professore di Greco e Lettore di Lingue Classiche
nel seminario del Convento dell'Osservanza di Botrugno (Lecce), dove godeva forte ascendente morale presso
i suoi superiori e, pertanto, riuscì a farvi accogliere gratuitamente il Morea. Ma questi vi rimase soltanto
fino alla terza ginnasiale; poi, per cagione di una punizione - che l'obbligò a stare in ginocchio nel
refettorio, durante il pasto dei frati e dei condiscepoli -, perdè ogni attrazione per la vita monastica
e volle ritornarsene in famiglia. In questa svolta decisiva della sua vita rivelò carattere fermo e irriducibile.
Stando a casa, non gli vennero meno la volontà di studiare e la vocazione per il sacerdozio, tanto
da attirarsi l'attenzione e la protezione del concittadino sacerdote D.Modesto Colucci, insegnante
di Belle Lettere nel seminario di Conversano. Fu mediante i buoni uffici di costui che il Morea, nel
1850, potè ottenere un posto semigratuito nel detto Seminario, condotto dal giovine Vescovo Giuseppe
Maria Mucedola, l'altra metà della retta se l'accollò - sostenendo non lievi sacrifizi - la sua «zia Tonia»,
ossia Antonia Sisto. Però il seminarista, con gli eccellenti risultati riportati nello studio, seppe
rendersi meritevole delle generosità usategli.
Il Vescovo, visti i suoi successi, considerato il suo forte ingegno, volle che egli ricevesse una
istruzione più elevata di quella che potesse acquisire in Conversano, più idonea per i preconizzati
frutti intellettuali del giovane e, con munifico gesto, lo mandò, nel 1855, a sue intere spese, all'Abbazia
di Montecassino, affidandolo alle cure dell'illustre letterato benedettino P.Luigi Tosti.
Profonda fu la reciproca comprensione fra il Tosti e il Morea, il quale si abbeverò ampiamente alla
dottrina del benedettino, prese a modello la sua grande fede, l'austerità del suo comportamento e,
come diligente pupillo, pendeva, per dir cosi, dalle sue labbra e registrava nella mente e sulla carta
le parole, i consigli, le massime, i fatti notevoli narrati dal maestro. Sono da ricordarsi i suoi
interessanti appunti sull'amicizia del Tosti col Premier inglese Gladstone, sullo scambio delle loro
idee politiche, ecclesiastiche, sociali e sulla allora insolubile «Questione Temporale». Questi appunti,
rimasti inediti, furono irreperibili dopo la morte del Morea, tenendo in apprensione i suoi biografi e,
soltanto dopo molti anni, nel farsi dal Sac. D.Giovanni Girolamo il riordinamento della biblioteca dal
Morea lasciata in eredità alla natìa Parrocchia, essi tornarono in luce.
Nel 1856, in Napoli, il Morea fu consacrato sacerdote da Mons. Sarnelli. Indi si trasferì all'Università
Pontificia di Roma, mandatovi dal Mucedola e dal Tosti, per completare gli studi filosofici e teologici,
e colà si ebbe per docente l'emerito teologo P. Passaglia (prima della scomunica) e per condiscepolo Mons.
Geremia Bonomelli, in seguito illustre letterato e Vescovo di Cremona.
Dopo il soggiorno romano, tornò il Morea al seminario di Conversano, accoltovi come un nume, e dove gli
fu conferita la cattedra di Teologia Dommatica, con vivo compiacimento dei discepoli. Infine, nel 1861,
a 28 anni, - dopo il ritiro del Rettore Sac. Domenico Urbano da Bitonto - gli fu affidata la direzione
del Ginnasio-Liceo del Seminario-Collegio, che egli con entusiasmo riordinò, ingrandì, perfezionò talmente
da renderlo uno fra i più rinomati atenei della Puglia.
Egli possedeva il fascino dell'autorità, del comando ed otteneva con amabilità, dai piccoli e dai grandi,
obbedienza, ordine, disciplina e studio. Non si risparmiava fatica nel provvedere a tutto per il perfetto
funzionamento dell'istituto, che diresse incomparabilmente per oltre 40 anni. Egli era di taglia normale,
un po' membruto, ma aitante. Aveva occhi neri indagatori, con folte sopracciglia; fronte dritta e spaziosa,
contornata da fitti capelli corvini, sormontati dallo zucchetto; naso aquilino, labbra pronunziate,
mascelle salde, un grosso neo sulla gota sinistra, mento rotondo seguito da breve sottogola adiposo
e dal collo corto; aveva la parola pacata, autorevole, con voce baritonale; nell'insieme, la sua
fisionomia era, a volte, grave come quella di un abate o benevole e signorile come di un prelato
pontificio: entrambe queste qualifiche egli realmente possedeva.
Nel 40° anno di rettorato, gli furono tributate memorabili onoranze da tre generazioni di discepoli -
ormai distinti professionisti in ogni ramo delle attività o a capo di autorevoli uffici - i quali,
per affetto e riconoscenza, vollero che il suo nome fosse inciso nel marmo con epigrafe del Card.
Capecelatro, e la sua effigie eternata nel bronzo. Fu, per lui, una esaltazione ben meritata e, per
i discepoli, una esultanza giustificata. Morea fu il sole attorno al quale rotò, per circa mezzo secolo,
gran numero degli intellettuali pugliesi. In Conversano vi fu un flusso e riflusso di giovani, i quali
studiarono ivi, sotto di lui, ne ritornarono diplomati e, dopo l'università, vi ritornarono per insegnarvi
o per altre cariche. Quale e quanta luce d'intelletto e d'amore s'irradiò da lui!
Ma l'eco di quella apoteosi non era ancora spenta, quando, il 17 luglio 1902, improvvisamente egli cadde
sulla breccia, nello stesso prediletto istituto, fra l'accorato duolo di quanti l'avevano conosciuto,
fra il compianto dei suoi innumerevoli estimatori di vicino e di lontano, degli eminenti e degli oscuri.
La sua laboriosa, benefica, nobile esistenza si era spezzata sotto l'eccessivo peso dei suoi doveri
direttivi, intellettuali e sacerdotali.
Il Morea fu un grande lavoratore della mente e dello spirito. Le sue numerose pubblicazioni - tutte
profonde di pensiero - non potevano essere meditate e composte senza un diuturno, intenso, logorante
lavoro. Le sue opere, di ordine vario e di varia mole, sono di permanente attualità e gli sopravvivono
tuttodì, come: I Classici Antichi nelle tradizioni dell'Italia e della Chiesa; Le Colonie e la Chiesa;
Iddio nella Scuola; Discorso sugli Studi e, soprattutto, il Chartularium Cupersanense, opera di grandissima
importanza per la storia politica, civile, religiosa ed i costumi dell'alto medioevo pugliese e dell'Italia
Meridionale. Essa presentò il duplice merito: della interpretazione paleografica e trascrizione delle
numerose pergamene - progredienti dall'epoca Bizantina, Normanna, alla Sveva, dal sec. VIII al XIII -
e del commento storico, linguistico, giuridico di ciascuna di esse; un lavoro poderoso, per la prima
volta tentato con nuovo metodo, che fu dopo preso a modello e diffuso fra gli studiosi. Al Chartularium
doveva seguire un secondo volume, che, in base al piano dell'opera, doveva trattare le pergamene delle
epoche Angioina, Aragonese e Napoleonica, ma, in seguito al decesso del Morea, il manoscritto fu affidato
al Prof. Francesco Muciaccia, perché ne curasse la pubblicazione; la quale si lasciò attendere per ben 40
anni, con grande delusione ed amarezza degli storici e degli intellettuali in genere; ma poi, finalmente
venne fatta, nel 1943.
Fra i diversi meriti del Morea ve n'è uno preminente: quello di aver stimolato gli scrittori pugliesi
agli studi storici regionali, i quali venivano trascurati in modo deplorevole, mentre la Puglia era una
miniera inesplorata di argomenti obliati o ignorati, meritevoli di essere portati in luce. Questo ben
sapevano gli storici stranieri - come Gregorovius, Lenormant, Briggs, Bourget e altri - i quali venivano
a fare i mentori in casa nostra e sulla storia nostra, acquistandosi una fama a buon mercato. L'esortazione
del Morea fu ascoltata e produsse buoni frutti, che furono una salutare reazione allo stranierismo.
Alle opere avanti menzionate sono da aggiungersi i discorsi sacri, i commemorativi o per altre occasioni.
Fra di essi non è da obliare l'orazione in morte del Conte di Cavour, pronunziata nella Chiesa Parrocchiale
di Alberobello, addi 11 giugno 1861, la quale, per le audaci idee liberali contenutevi, fece per un certo
tempo cadere in disgrazia il Morea presso il Vaticano. Le sue idee liberali non erano, poi, che un'eco di
quelle del Gioberti, del Rosmini, del Tosti, del Mucedola, i quali tutti avevano per supremi ideali la
Religione e la Patria e candidamente propugnavano l'unità politica d'Italia, quale che fosse, purché si
realizzasse, mentre il Vaticano voleva la confederazione degli Stati Italiani con a capo - conditio sine
qua non - lo Stato Pontificio. Eguale scabrosa situazione si verificò dopo nei riguardi del «Potere Temporale»,
la vexata questio.
Il Morea fu onorato dell'amicizia di molti illustri personaggi della Chiesa o del laicato conosciuti
personalmente o epistolarmente, quali: i Cardinali Capecelatro, Dusmet, Celesia, Génnari, l'Abate
cassinese Krug col Rettore Diamare; gli uomini di governo: Giuseppe Massari, i Senatori Schupfer,
Serena, Bonasi, Fornari, De Cesare; Onorevoli Lazzaro, Laudisi, De Bellis, Girolamo Nisio; i Professori
Universitari: Cosimo Bertacchi, Donato Jaia, Luigi Pinto, G.Romano, B.N.Fornelli, Luigi Dell'Erba, Giacomo
Tauro, Francesco Carabellese, Francesco D'Ovidio, ecc. ecc.
Egli volle lasciare in dote alla Parrocchia di Alberobello la sua biblioteca (composta di circa 1500
volumi) la quale porta il suo nome ed è al servizio dei suoi concittadini.
Fervido patriota, classico letterato, insigne storico, rigoroso e pur amoroso educatore, intemerato
sacerdote, carattere superiore in ogni aspetto, cuore eletto e generoso - il Morea - gloria e vanto
della Puglia, nobilitò col suo illustre nome la natìa Alberobello, Conversano, sua seconda patria, e
l'istituto che diresse per un quarantennio, conferendo alle une e all'altro - con la sua bontà, con
la dottrina e con le opere - alta rinomanza e lustro imperituro.
BIBLIOGRAFIA.
1. - «Pompe funebri a Camillo Benso Conte di Cavour». Orazione letta nella Parrocchiale
Chiesa di Alberobello 11 giugno 1861. Dedica: «All'Ill.mo Mons. Giuseppe M. Mucedola, Vescovo di Conversano». Pp. 18.
2. - «Elogio funebre per Mons. Giuseppe M. Mucedola, Vescovo di Conversano. 25 marzo 1865, in Quella Cattedrale».
Stralcio riportato dal Prof. Andrea Gabrieli nella raccolta necrologica su Domenico Morea. Pp. 155-162. V. Vecchi, Trani, 1903.
3. - «L'Istruzione Moderna». Discorso letto il 7 marzo 1880, nell'aula vescovile di Conversano.
Dedica: "Al mio venerato maestro — Don Luigi Tosti - Cassinese». Stab. Tip. Vincenzo Morano, Napoli, 1880.
Pp. 61. Recensioni: «La Discussione, Napoli, 30 marzo 1880, n. 89. - «L'Annunziatore», Napoli, 3 luglio 1880, n. 20, p. 2.
4. - «A S.E.Mons. Augusto Antonio Vicentini». Discorso letto a Conversano il 28 marzo 1881. Tip. Favia, Conversano, 1881. Pp. 8.
5. - «In morte di Antonio Agrusti» in Alberobello, l'11 giugno 1881. Epigrafi. Pp. 24.
6. - «Per la morte dell'Avv. Giovanni Nardone» in Alberobello, il 2 gennaio 1882. Elogio
funebre. Tip. Benedetto Favia, Conversano, 1882. Pp. 28.
7. - «Gli studi nel Seminario». Lettera e discorso di D. Morea, Rettore del Seminario di Conversano.
Con appendice. La lettera è diretta all'Arciv. A. Capecelatro; l'appendice contiene la sua risposta.
Tip. del Seminario di Giacomo Turi e Figli; Capua, 1883. Pp. 85.
8. - «Lettera del Rev. Domenico Morea a Mons. A. Capecelatro, Arcivescovo di Capua». Su «La Campania Sacra»,
giugno, 1883, Pp. 174-178. Recensione: «II Sannace», Gioia del Colle, 17 febbraio 1884; n. 2, Pp. 2.
9. - «Discorso Accademico» dell'anno scolastico 1881-82 del Collegio di Conversano, Pubblicato su
«La Campania Sacra». Monitore Religioso Mensile dell'Arcidiocesi di Capua. Fascicoli: Luglio 1883,
Pp. 196-203; Agosto, Pp. 242-247; Settembre, Pp. 271-276.
10. - «Gli Studi Storici Regionali». Discorso del Rettore D. Morea, letto il 13 marzo 1884,
nella VI tornata dell'Accademia di S. Tommaso d'Aquino in Conversano. Tip. Bernardino Vecchioni,
Aquila, Pp. 28. Questo medesimo Discorso fu precedentemente pubblicato sul periodico «La Palestra Aternina», Aquila.
11. - «In lode di S. Benedetto Giuseppe Labre». Discorso letto nella Chiesa Parrocchiale
di S.Domenico, in Andria, il 24 aprile 1884. Tipografia dei Fratelli Terlizzi, Andria, 1884. Pp. 20.
12. - «Una Paleologo a Conversano di Puglia». Su «La Palestra Aternina», Fascicoli di giugno, luglio e agosto 1884.
13. - «Padre Michelangelo Sansonetti di Noci». Elogio funebre, 2 febbraio 1885. Pp. 8.
14. - «Le Colonie e la Chiesa». Studio dedicato: «Ai miei cari colleghi Insegnanti nel Seminario-Collegio
di Conversano». Tip. Bernardino Vecchioni, Aquila, 1885. Pp. 84. Recensioni : «La Voce della Verità »,
Roma 1885, n. 38. - «Roma», Napoli, 9-10 agosto 1885, n. 219. P. 2. - « L'Amico della Verità»,
Catania, 19 agosto 1885. P. 1. - «L'Eco d'Italia», Genova, 13 ottobre 1885, n. 278. P. 1. -
«Il Propugnatore», Malta, 10 novembre 1885, n. 6. - «Il Bescapè», Gazzetta Novarese, 27 nov. 1885,
n. 48, P. 3. - «La Civiltà Cattolica», Roma, 1886. «L'Osservatore Romano», Roma, 7 marzo 1886.
- «Rassegna Italiana», maggio 1886, Anno VI.
15. - «II culto dei SS. Cosmo e Damiano». nella Chiesa Parrocchiale di Alberobello (Bari).
Con breve cenno della loro vita ed una novena in preparazione alla loro festa il 27 settembre.
Illustrato. Tip. Rinaldi e Sellitto, Napoli, 1886, Pp. 64.
16. - «Discorsi sugli Studi» tenuto, il 31 maggio 1887, nell'Accademia di S. Tommaso d'Aquino,
in Conversano. Su «La Palestra Aternina», maggio 1887.
17. - «Preghiere per i dodici sabati avanti la festa dell'Immacolata Concezione», per i devoti che
la venerano nella Chiesa Monumentale dei SS. Severino e Sossio dei Padri Benedettini Cassinesi di Napoli.
Con l'aggiunta della Coronella della B. V. e di altre pie orazioni. R. Tip. Giannini, Napoli, Cisterna
dell'Olio, 2 febbraio 1889. Pp. 288. L. 1,20.
18. - «I Classici Antichi». Discorso letto in Aquila, nella solenne tornata di S. Tommaso d'Aquino,
il 7 marzo 1891. Su «La Palestra Aternina», 1891. Fascicolo di marzo. Pp. 69-92. - «I Classici Antichi
nelle tradizioni della Chiesa e dell'Italia». 2. Edizione Tipografia di Montecassino, 1891. Id. id. 3.
Ediz. Tip. V. Vecchi, Trani, 1900. Pp. 36.
19. - «Il Chartularium del Monastero di S. Benedetto di Conversano». La prima volta pubblicato,
illustrato ed annotato. Volume I: Byzantina, Normanna, Sveva. Edizione stereotipa con 10 tavole
in fototipia Pei Tipi di Montecassino, 1892. Pap. 430. L. 20. Il volume è dedicato all'Abate D.
Niccola d'Orgemont del Monastero di M. Cassino. Recensioni : «La Rassegna Pugliese», Trani, 9 luglio
1892, n. 13-14. Pp. 209-210. «Il Cartulario di Conversano», Isidoro Carini. (Estratto dall'«Osservatore
Romano» del 22-23-25 aprile 1893). Tip. Editrice Romana; Roma, 1893. Pp. 20. - «Le Cartulaire» :
Histoire diplomatique du Monastère de S. Benoit de Conversano. J. B-C., Lons-le-Saulnier. Maggio 1893.
Pp. 4. - «Rivista Storica Italiana», F.lli Bocca, Torino, 1865. Voi. XII. Fascicolo 1. Michelangelo
Schipa. recensore. - «Rivista Italiana per le Scienze Giuridiche», S. Lapi, Città di Castello,
Maggio 1897. Voi. XXIV, fascicolo 1-2. Pp. 18-22. Giacomo Tauro, recensore, - «La Civiltà Cattolica»,
Roma; Serie 15; Voi. IX; P. 82. Savio Fedele, recensore.
20. - «Mons. Vicentini, Vescovo di Conversano. Rimembranze». Su «La Palestra Aternina», 1892.
Fascicolo Sett.-Ott.-Nov. Pp. 269-275.
21. - «Alle sorgenti del Volturno». Impressioni. Su «La Strenna di S. Benedetto». Tipo-Litografia di
Monte Cassino, 1894. Pp: 64-74. L. 0,50.
22. - «Iddio nella Scuola». Discorso letto nella XVI tornata dell'Accademia di S. Tommaso d'Aquìno
e distribuzione dei premi nel Seminario-Liceo di Conversano, 18 maggio 1895. Tip. V. Vecchi, Trani,
1895. Pp. 101. Id. id. su «Il S. Benedetto»: mensile religioso della Cronaca Cassinese, 1895 (Anno 111).
Fascicoli di Agosto e Settembre.
23. - «Ai devoti dei S.S. Medici Cosimo e Damiano» venerati nella Chiesa Parrocchiale di Alberobello (Bari).
Appello sul verso di una cromolitografia religiosa. A. Bertarelli, Milano, 1897.
24. - «La Commemorazione del Padre Tosti». Lettera a S. E. il Cardinale Capecelatro. Tip. V. Vecchi, Trani, Pp. 8.
25. - Dom. Morea e F.sco Muciaccia; «Le Pergamene di Conversano». Seguito al Chartularium Cupersanense
del Morea. Vecchi e C. Editori, Trani, 1943. Pp. LIV-343 in 4°.
LAVORI INEDITI.
1. - «Accenni biografici e aneddoti vari e comici del p. Tosti dal 1889 al 1894». Si tratta di
324 pagìnette sciolte di quaderno, contenenti cenni fugaci (scritti con parole abbreviate,
spesso indecifrabili) su persone, avvenimenti e cose del tempo del Tosti. Cenni staccati che,
presumibilmente, il Morea si proponeva di ricostruire, collegare, ampliare e commentare con calma
e disposizione di animo. Ma, purtroppo, non ne ebbe il tempo.
2. - «Panegirico per S. Rocco». Letto in Locorotondo.
3. - «I sette dolori di Maria SS.ma». Discorso sacro fatto in Conversano.
4. - «Panegirico per S. Carlo». Letto in Conversano il 4 novembre 1896.
5. - «Per gli eroici Morti di Dogali».
BIBLIOGRAFIA APOLOGETICA.
1. - Sac. Giovanni Sisto: «Sonetto al Sac. Domenico Morea» in occasione della sua nomina ad Arciprete
della Parrocchia di Alberobello. Addì 8 marzo 1868. (Foglio volante).
2. - Prof. Saverio De Candia: «Della vera religione di S. Agostino». Tradotto e postillato. Volume
dedicato al Morea, datato : Molfetta, 4 maggio 1876. Tip. Fratelli Testa, Napoli, 1876. Pp. 106. L. 1.
3. - Prof. Andrea Gabrieli: «Rancidumi». Critiche letterarie. Volume dedicato al Morea. Editore
Nicola Battezzati, Milano, 1880. Pp. 116. L. 1,50.
4. - Cosimo Bertacchi: «Bari». Sonetto dedicato al Morea. Esso fa parte del trittico poetico :
«Paesaggi Pugliesi : Foggia, Bari, Lecce». Sulla «Rassegna Pugliese», Trani. Voi. XIV, n. 1; luglio 1897. P. 1.
5. - Prof. Leonardo De Mola: «Andate e Ritorni». Conferenza letta nel Liceo di Conversano
il 7 giugno 1900. V. Vecchi, Editore, Trani. Pp. 50. Dedica: «Al - Mio venerato Rettore e Preside - Domenico Morea -
Eletta mente, Nobilissmo cuore - L'una e l'altro - Noti interamente solo forse ai più intimi - L'una e l'altro -
Di tanto maggiori alla fortuna».
6. - «Nell'anno XL del Rettorato di Domenico Morea»; XVI Giugno MCMI. Raccolta di discorsi e corrispondenza
apologetici preceduti dalla dedica: «A - Domenico Morea - Questo monumento - Più durevole - Del bronzo». Tipografia
V. Vecchi, Trani, 1902. Pp. 108.
7. - «Per Domenico Morea»; XVII Luglio MCMII. Raccolta di elogi funebri. Tip. V. Vecchi, Trani, 1903. Pp. 172.
8. - Necrologi: «Corriere delle Puglie», Bari; 18 luglio 1902. - «Figaro», Bari; 20 luglio 1902. Scritto dal Prof.
Carlo Massa. - «Bollettino dell'Associazione Pedagogica Nazionale», Roma, agosto, 1902. - «La Scuola Pareggiata»,
Arezzo, 1902. Anno II, n.10.
9. -Carlo Luigi Trelli: «Versione da Virgilio»; saggi poetici. Tipografia del Genio, Apricena, 1906. Pp. 160.
Dedica: «Sia quell'umile fatica - Consacrata a la dolce memoria - Di Domenico Morea - Nome caro a tutte le Puglie -
Sacerdote vero - Intelletto largo - Educatore sapiente - Della patria storia illustratore peritissimo - Che dei
Classici Antichi - Massime di Virgilio - Sentì e dottamente espose l'alta efficacia educativa - E la loro eterna bellezza -
Rispecchiò nell'armonia del l'anima sua bella - Vale memor carissime!».
10. - Carlo Villani: «Scrittori e artisti pugliesi» Con biografia del Morea. V. Vecchi, Trani, 1904.
11. - Michele Viterbo: «Un grande storico di Puglia: Domenico Morea». Discorso commemorativo detto in Alberobello il
6 agosto 1922. Società Tipografica Pugliese, Bari, 1922. Pp. 28.
12. - Vincenzo Roppo: «La Patria di Domenico Morea: Alberobello». Conferenza ivi tenuta il 17 giugno 1923. (Estratto
dall'«Araldo» del 23 giugno 1923). Stab. Tip. Giuseppe Pansini e Figli, Bari, 1923. Pp. 28.
13. - Vincenzo Roppo: «Nel Risorgimento del Mezzogiorno». Dagli albori del 1848 al Patto Lateranense attraverso il
pensiero e l'opera di Domenico Morea. 11 febbraio 1931. Premiata Off. Tip. A. De Robertis e F. Putignano. Pp. 335. L. 15.
14. - «Per l'inaugurazione del Monumento a Domenico Morea in Alberobello, il 23 luglio 1933»: Discorsi: del Commissario
Prefettizio Maggialetti e di Mons. Donato Forlani, Preside del Liceo-Ginnasio di Conversano. Off. Tip. De Robertis
e Figli, Putignano, 1934. Pp. 38.
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