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FREQUENTÒ le scuole elementari in Alberobello; il ginnasio parte nel Convitto Capece di Maglie e
parte in Monopoli; gli studi superiori in Taranto, dove apprese anche i primi elementi di lingua
Inglese in lezioni private del prof. Portacci.
Nel 1906 emigrò a New York e vi rimase 6 anni, impiegato in varia guisa e principalmente nel ramo
bancario. La fortuna gli fu capricciosa, arridendogli dapprima, abbandonandolo dopo; forse se
avesse resistito ai suoi colpi avversi, avrebbe finito col padroneggiarla.
Rimpatriato nel 1912, esercitò a volta a volta il commercio, l'agricoltura, lo studio, l'insegnamento.
Nel 1918, conseguì presso 1'Università di Napoli il Diploma di Lingua Inglese, poscia ne impartì
l'insegnamento negli istituti statali, iniziando la vita errante riservata agli impiegati governativi
principianti. Insegnò in Bari, Lucera, Ancona, Savona, Ivrea, Merano, Bari, dove trovasi tuttodì (1950)
come titolare della Scuola Media.
Ingegno poliedrico, natura dinamica e pratica della vita, il Martellotta fu animato da quella tendenza
alle grandi imprese tutta propria dei Martellotta e, dopo la I Guerra Mondiale, fu autore di una lingua
unica come supplemento internazionale: il Latinulus; il quale fu variamente accolto e discusso dalle
accademie letterarie straniere - da Parigi a Tokio, da Cristania ad Amsterdam ed a Sydney - suscitando
consensi e critiche, come sempre accade per ogni novità. La defunta Società delle Nazioni, alla quale
il metodo fu inviato perché l'adottasse come idioma universale, pur apprezzando il nobile sforzo dell'A.,
non l'accolse, come d'altronde fece con altre lingue consimili.
Il Latinulus era modellato sulla fonetica italiana per ciò che riguarda pronunzia; sulla morfologia
e sintassi inglese per ciò che riguarda grammatica. Considerato che il Latino è studiato in tutte
le nazioni civili, il Martellotta ritenne che il lessico latino potesse meglio rispondere allo scopo
e lo chiamò Latinulus, ossia piccola lingua latina.
La nuova lingua veniva a propizio in quell'ora di rigeneramento e di affratellamento di popoli per
mezzo della S.d.N. e racchiudeva nei suoi caratteri principali i dati più sicuri e bene auspicanti
per la sua rapida diffusione; essa era un simbolo: il connubio del latino coll’inglese: la lingua
più diffusa ed armoniosa del mondo antico con quella più semplice e più diffusa del mondo moderno;
il sapiente innesto del giovine e rigoglioso ramo inglese sul vecchio, ma immortale tronco latino -
le due nobili razze, maestre di civiltà, unite e vittoriose nella lotta per la libertà dei popoli.
Il Martellotta però non à disarmato e, dopo questa II Guerra Mondiale, ripetutasi nell'O.N.U.
l'associazione internazionale, à elaborato il Dialektin, che è un Latinulus grandemente semplificato.
Il Presidente degli S.U. Truman lo à esaminato e à detto che l'idea è buona, ma ancora prematura.
L'A. confida nell'avvenire e noi, come suoi concittadini e colleghi, facciamo fervidi voti acché questo
gli apporti presto il meritato successo.
BIBLIOGRAFIA.
1. - «Latinulus». Grammatica della nuova Lingua Internazionale. Stab. Tip. F. Casini
e Figli, Bari, 1919. Pp. 200. L, 5,70.
2. - «Una nuova lingua come supplemento ufficiale internazionale». Articolo pubblicato sulla
rivista mensile di critica e cultura letteraria «Sulla Cor¬rente», Napoli, n. 3 e 4 (marzo-aprile), 1920. Da p, 75 a p. 84.
3. - «Morfotecnica Inglese». Grammatica teorico-pratica. (In elaborazione).
4. - «Vocabolario Inglese letterario e sportivo». (In elaborazione).
5. - «Re Vinti». Romanzo fiabesco contenente altre 11 fiabe minori, di cui una lirica: «Lucciola Rosa». (MS. pronto).
6. - «Sìlvia». Romanzo epistolare di vita vissuta. (MS. pronto).
7. - «Le due Gemelle». Film moderno per famiglie. (MS. pronto).
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