I suoi genitori furono Vitantonio e Caterina Palasciano del ceto operaio. I primi insegnamenti scolastici gli furono impartiti dallo zio prete Francesco Palasciano, poi, come meglio potè, si formò da sé una cultura generale.
Aveva una innata vocazione per la pittura e, volendola coltivare, si recò a Bari, dove, al servizio di vari pittori, potè apprendere i canoni fondamentali di quell'arte. In seguito, per interessamento dello stesso zio, potè andare a Torino ed ivi si fece strada eseguendo pannelli decorativi con figure allegoriche, mentre, di sera, frequentava l'Accademia.
La sua arte gli procurò da vivere e gli conquistò pure l'amore e la mano della signorina Diamantina, della ragguardevole famiglia Poggio, alla quale apparteneva il valoroso Generale Galeano. Partecipò ad una mostra artistica del Brasile, dove parecchi suoi quadri furono premiati e venduti.
Fu per qualche tempo a Ploesti, in Romania, dove esegui molte pitture murali ecclesiastiche. Non si trattava di affreschi, ma di figure ad olio alla maniera orientale. Dipinse anche grandi arazzi per salotto, con gruppi di figure al vero, rappresentanti il Canto, la Musica, la Primavera, la Caccia ed altri soggetti allegorici in stile e tecnica prettamente ottocenteschi.
Nel suo paese natio dipinse l'abside della Chiesa Parrocchiale con sette quadri murali ed una allegoria sulla volta, esaltanti i miracoli e la gloria dei SS. Patroni Cosmo e Damiano. Inoltre dipinse, nella cappella del Santissimo, due scene allusive all'Eucaristia. Una pregevole grande tela con gli stessi Santi, la Vergine ed un angelo (che per molti anni pendè dietro l'altar maggiore) fu anche opera sua.
Quanto al suo carattere morale, fu quello di un inappuntabile cittadino.

Chiudi