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IL geografo Bertacchi, figlio di un ufficiale di cavalleria istruttore d'ippica, visitò
Alberobello per la prima volta il 7 aprile 1885, dietro invito ed in compagnia dello storico
ed educatore alberobellese Mons. Domenico Morea, il quale, essendo Rettore del Ginnasio-Liceo
Vescovile di Conversano, lo aveva assunto, nel 1883, come docente di Scienze Naturali in quel Liceo.
Il professor Bertacchi - signore nel fare e nel parlare, di viso aperto, simpatico, con baffi e
pizzo castani - era agli esordi della sua carriera, iniziata un anno prima come insegnante di
Geografia nell'Istituto Tecnico di Bari, e da qui recavasi a Conversano in determinati giorni della settimana.
Due anni scolastici durò il suo incarico in Conversano, cioè, il 1883-84 e il 1884-85, poi fu
trasferito all'Istituto Tecnico di Cuneo e, in seguito, a Roma. Ritornò in Puglia per diporto,
nel 1892, poi, nel 1898, come R. Commissario per gli esami di Licenza Liceale a Conversano e, a Bitonto, nel 1899 e 1902.
L'impressione che egli riportò di Alberobello per l'amenità del suo paesaggio, l'originalità dei
suoi trulli, la pulizia dell'ambiente, la cortesia ed ospitalità degli abitanti, le circostanze
storiche del suo riscatto dal feudalismo, che la resero il comune libero più giovane d'Italia,
fu si grande da indurlo a scrivere, nel 1885, una prima relazione su questo paese, pubblicata in
un periodico di Torino; poi, nel 1890, nel volume su «La Regione Pugliese» della collezione
«Italia» della U.T.E.T.; e successivamente, 1894, uno studio più ampio su «La Rassegna Pugliese»,
il di cui estratto fu pubblicato, (nel 1897), in opuscolo dal fortunato titolo: Una Città Singolare:
Alberobello. Fu questa appassionata ed attraente monografia una grande divulgatrice di Alberobello
che, d'allora in poi, fu chiamata per antonomasia la Città Singolare.
Ben indovinato fu quindi l'invito del Rettore Morea al Geografo Bertacchi nel fargli conoscere
Alberobello, essendo il Bertacchi scienziato, poeta, scrittore, e, pertanto, ne avrebbe potuto
essere un valido e autorevole araldo. Egli infatti non dimenticò mai, nella sua lunga vita, la
Puglia... e la nutrita schiera di amici pugliesi, alle une e agli altri rese omaggio con sonetti
sentiti, spontanei e belli, dai titoli: Peucezia, Daunia, Japigia, Alberobello, Altamura, Taranto, Mons. Morea e altri.
Con quell'amore per i cari luoghi pugliesi, col quale aveva iniziata la sua carriera professionale,
con lo stesso egli volle chiuderla, tornando in Puglia nel 1924 e percorrendola in lungo e in
largo onde preparare la nuova edizione del volume della U.T.E.T. sulla Puglia. E rivide, il 1°
maggio di quell'anno, entusiasticamente accoltovi, la sua Città Singolare, che già, l'undici febbraio
antecedente, gli aveva conferito, per unanime volontà del popolo e delle Autorità, la cittadinanza
onoraria ed aveva inoltre apposto il suo nome ad una delle sue vie.
Il curriculum della vita scolastica del Bertacchi si svolse poi da Roma a Messina, dove passò
nell'insegnamento universitario e vi continuò in Palermo, Bologna, Torino, nella quale ultima
insegnò per 11 anni e vi fu giubilato nel 1924.
Patriota fervente, egli fu costante apostolo della Geografia Coloniale e infaticabile organizzatore
dei Congressi Geografici indetti dalla Reale Società Geografica Italiana. Scrittore di sorprendente
operosità, pubblicò articoli vari, memorie e note geografiche di speciale interesse, opere scientifiche
di considerevole mole, quali: Geografi ed Esploratori Italiani Contemporanei, Viaggi di Ed. Foà nella
Birmania, Stati dell'Asia Orientale, ecc.; e spesso liriche descrittive o ispirate ad argomenti scientifici;
quale: La trilogia dell'atomo. Lungo sarebbe l'elenco completo delle sue opere, che tralasciamo per amore
di brevità e per non esorbitare dal nostro particolare interesse pugliese.
Visse 91 anni e, quasi cieco, ma con lucida intelligenza, dettava pur così vecchio - novello Milton -
alla figlia adottiva Amalia, appunti geografici e splendidi versi. Nell'aprile 1945, carico di anni e
di onori, chiuse la sua laboriosissima giornata nel villaggio di Giaveno, dove si era rifugiato quale
sfollato di guerra da Torino e da Condove.
Coi nomi del Bertacchi e del Morea non si può non ricordare, sia pure fugacemente, quello di Vincenzo
Roppo, degno discepolo del Morea, come storico ed illustratore di luoghi e persone notevoli della
nostra regione - non esclusi i sette Liberatori della Selva nella conferenza su «La patria di Domenico
Morea» - e come biografo del suo maestro. In un altro discorso dal titolo «Un geografo piemontese amico
delle Puglie», tenuto in Alberobello il 30 dic. 1923, poi pubblicato in opuscolo, il Roppo delineò
magistralmente il profilo del Bertacchi, quale vecchio ammiratore e descrittore della Puglia e di
Alberobello. Il Roppo, nel tratteggiare la vita, le opere e le benemerenze del Bertacchi, autentica
gloria della Scienza Italiana, intese di esaltare il vincolo di fratellanza intellettuale e patriottica
che lega i figli delle due estreme regioni del nord e del sud, nel fulgido ideale di glorificare l'unità della Patria.
(Nasce a Condove-TO il 29/1/1854 e muore a Condove-TO il 21/4/1945).
BIBLIOGRAFIA.
1. - «La Regione Pugliese». Nel voi. «L'Italia». U. T. E. T., Torino, 1890.
2. - «Una Città Singolare: Alberobello». V. Vecchi, Tipografo, Editore, Trani, 1897.
3. - «Una Città Singolare: Alberobello». in «Rassegna Pugliese». V. Vecchi, Editore Trani 1897.
4. - «Una Città Singolare: Alberobello». nella «Vita Italiana». Soc. Ed. Dante Alighieri, Roma, 1897.
5. - «Plastica e Geologia della Regione Pugliese», 1899.
6. - «Paesaggi Pugliesi*. Trittico poetico su Bari, Foggia, Lecce, II sonetto «Bari» è dedic.
al Morea: In «Rassegna Pugliese» N. 1, Trani, 1897.
7. - «A Domenico Morea nel suo 40. anniversario di Rettorato», nella raccolta degli omaggi. Pp.
69-70. V. Vecchi, Editore, Trani, 1902. Pp. 110.
8. - « In morte di Domenico Morea* ; nella raccolta necrologica. Pp. 129-133, V. Vecchi, Editore, Trani, 1903. Pp. 171.
9. - «La Murgia dei Trulli», Pp. 219-228, nel voi, «La Puglia». U. T. E. T. Torino, 1926 e 1931. Pp. 300.
10. - «Lo sperone d'Italia: il Gargano», in «Universo», 1939.
11. - «Nella Puglia pietrosa: i monumenti megalitici e la sopravvivenza della casa primeva in
provincia di Bari», in «Japigia», N. I-II, Bari, 1940.
12. - Id. e. s. Estratto, Pp. 26. A. Cressati, Editore- Tipografo, Bari, 1940.
13. - «Voci lontane»; versi. Sonetto su Alberobello p. 23. Edizione l'Impronta, Torino, 1940. Pp. 155.
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