CONGENITAMENTE inclinato alla pittura, ne ebbe i primi insegnamenti in Napoli dal rinomato pittore Esposito, al quale era stato raccomandato dal concittadino l'Architetto Curri. In quella grande affascinante città, il Nostro passò i primi anni della sua giovinezza; poscia si recò a Firenze per ampliare la conoscenza della sua arte.
Lavorò sempre e particolarmente nella decorazione. Lavorava per i bisogni della vita, per cui non disdegnò il genere del lavoro che gli veniva offerto e visse ovunque trovò da lavorare. Risiedè in Bari per vari anni convivendo, con sua figlia Concetta, insegnante, e quando questa fu trasferita a Genova, l'accompagnò e visse in Liguria fin quando ella fu collocata a riposo. Poi entrambi rientrarono nella natìa Alberobello, dove vissero per alquanto tempo, vale a dire finché l'invasione degli Anglo-Sassoni in Sicilia e nell'Italia meridionale, nel 1943, non li costrinse a sfollare, trasferendosi a Polignano a Mare presso altri loro parenti. Ivi, per le ambasce della guerra e per la tarda età di 91 anni, decedette nel 1945.
Fra i suoi lavori di decorazione sono da ricordarsi i teatri comunali di Putignano e di Gioia del Colle, la cattedrale di Acquaviva, l'oratorio di S. Domenico di Martina Franca; il teatro di S. Pier d'Arena e molte case patrizie di Genova.
La pittura del Mascialino fu fantasiosa, ricca di motivi ornamentali, svolti con tinte per lo più opache, con semitoni, nebulosità, grigiori, talvolta freddi, ma sempre distinti e signorili, in stile personalissimo. Nella figura e nella composizione fu un crepuscolare.

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